Sessant’anni dopo i Trattati di Roma: quale Europa?
«Appartengo a una generazione che vede l’Unione Europea come un’occasione nata da uno shock, […] da una grande rottura positiva della storia; una storia in cui tutto procede per gradi, in cui non ci sono ascensori o montascale. Credo che anche adesso ci sia bisogno di uno shock positivo per far sì che si salga [ancora di] un gradino».