Case Green: le novità della “Energy Performance of Buildings Directive” (EPBD) 2024

Contesto e innovazioni della direttiva sull’energia degli edifici

La direttiva europea sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD) 2010/31/UE[1] è stata aggiornata ed approvata dal Consiglio UE ad aprile 2024, con il voto contrario dell’Italia e dell’Ungheria, sostenendo il percorso dell’Unione Europea verso la neutralità climatica. Essenziale per questo progresso è stato l’ammorbidimento delle norme, una mossa strategica che ha introdotto delle esenzioni per gli edifici storici, offrendo allo stesso tempo maggiore flessibilità agli stati membri nella pianificazione delle ristrutturazioni.

Gli obblighi sono dunque stati fissati a livello nazionale e non sui singoli edifici o sui singoli proprietari. I paesi dovranno aggiornare entro il 30 giugno 2024 il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), definendo le strategie, gli investimenti e le politiche da attuare, considerando la situazione del patrimonio edilizio e le classi di reddito dei residenti.

Il vero nodo rimane il finanziamento dei lavori di riqualificazione energetica.

Dettagli delle modifiche alla direttiva

La versione rivisitata[2] ed approvata prevede che tutti i nuovi edifici raggiungano lo zero emissivo entro il 2030, con una precedenza per gli edifici pubblici dal 2028. Un cambiamento significativo è l’introduzione dello standard Zero Emission Building (ZEB), che sostituisce il precedente nearly Zero-Emission Building (nZEB). Altrettanto rilevante è la valutazione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) durante il ciclo di vita dell’edificio, un indice in kgCO2eq/m² anno che sarà incluso nei nuovi attestati di prestazione energetica dal 2027[3].

Altro aspetto da evidenziare è quello relativo all’eliminazione dei precedenti parametri delle classi energetiche legate ai singoli edifici che prevedevano, per esempio, l’obbligo per gli edifici residenziali di raggiungere la “classe E” entro il 2030 (2027 per quelli pubblici) e la “classe D” entro il 2033 (2030 per quelli pubblici) che in passato hanno suscitato controversie, specialmente in paesi con un elevato numero di edifici storici come la Germania e l’Italia (in cui oltre il 53% degli edifici è stato edificato ante 1970).

Phase-Out dei combustibili fossili

La direttiva punta a incrementare l’indipendenza energetica dell’Europa, in linea con il piano REPowerEU, mediante la riduzione dell’uso di combustibili fossili importati. Le nuove politiche prevedono la decarbonizzazione[4] completa dei sistemi di riscaldamento entro il 2040, anticipando la fine del supporto statale per le caldaie a combustibile fossile già dal 2025. È prevista anche la possibilità di incentivare l’adozione di sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che integrano caldaie tradizionali con soluzioni solari termiche o pompe di calore.

Energia solare e mobilità sostenibile

Le nuove regolamentazioni richiederanno l’installazione di sistemi solari in tutti i nuovi edifici e in quelli pubblici non residenziali esistenti che subiscono ristrutturazioni significative a partire dal 2027. L’obbligo di implementare soluzioni fotovoltaiche sarà condizionato dalla fattibilità tecnica ed economica. In aggiunta, sono previste infrastrutture per la mobilità sostenibile, inclusi punti di ricarica per veicoli elettrici e spazi adeguati alle biciclette, contribuendo a un’integrazione più ampia di soluzioni ecocompatibili nell’ambiente urbano.

Salute, benessere e sostenibilità

Per la prima volta, la direttiva sottolinea l’importanza di non limitarsi agli obiettivi di efficienza energetica, ma di includere anche il miglioramento della qualità degli ambienti abitati. Inoltre, sono previste misure di sostegno per combattere la povertà energetica e ridurre l’onere delle bollette, proteggendo i gruppi più vulnerabili dal rischio di sfratti legati agli aumenti degli affitti dopo le ristrutturazioni.

Categorie di immobili esclusi dalla direttiva

La nuova direttiva “Case Green” non si applica uniformemente a tutti gli edifici. Diverse categorie sono escluse per preservare il patrimonio culturale, rispondere a necessità specifiche o per praticità logistica. Le esclusioni includono:

  • Immobili di valore storico o architettonico: Questi sono protetti per conservare l’integrità culturale e storica.
  • Monumenti e luoghi di culto: Queste strutture spesso uniche hanno considerazioni speciali che ne escludono l’adeguamento.
  • Immobili a uso temporaneo: Includono seconde case utilizzate meno di quattro mesi all’anno, per cui non si giustifica una ristrutturazione energetica completa.
  • Abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 mq: La loro ridotta dimensione rende meno impattanti le eventuali inefficienze energetiche.
  • Edifici agricoli: Spesso situati in zone rurali e usati stagionalmente, per questi edifici non si applicano gli stessi criteri degli edifici residenziali o commerciali.

Implementazione e piani nazionali

Dopo la pubblicazione ufficiale, gli stati membri avranno due anni di tempo per presentare a Bruxelles i loro piani nazionali, delineando come intendono raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica. Questi piani devono includere la riduzione del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030, e del 20-22% entro il 2035.

Fondamentale sarà la ristrutturazione degli edifici meno efficienti, che dovrà contribuire almeno al 55% della riduzione energetica prevista.

 Il costo della ristrutturazione “Green” degli edifici in Europa

La Commissione Europea stima che, per realizzare una svolta energetica nell’ambito immobiliare, saranno necessari investimenti annui dell’ordine di 275 miliardi di euro entro il 2030. Questo rappresenta un incremento di 152 miliardi di euro all’anno rispetto agli attuali investimenti.

Stanziamento di fondi europei per la direttiva “Case Green”

La Direttiva non solo stabilisce obiettivi ambiziosi per l’efficienza energetica e la decarbonizzazione degli edifici, ma supporta anche gli Stati membri attraverso l’allocazione di fondi europei specificamente destinati a questi scopi. Ecco una panoramica dei principali strumenti finanziari coinvolti:

  1. Recovery Fund (Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza): Questo fondo, che offre 672,5 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni e prestiti è uno strumento temporaneo, con fondi disponibili fino al 2026 con una porzione significativa dei finanziamenti rivolta a progetti di ristrutturazione energetica. L’obiettivo è sfruttare questa opportunità per accelerare la transizione verso edifici più verdi e sostenibili.
  2. Fondo Sociale per il Clima: Creato specificamente per affrontare le sfide della transizione ecologica, fornisce risorse finanziarie essenziali per aumentare l’efficienza energetica degli edifici e combattere la povertà energetica, facilitando l’accesso a tecnologie più pulite e sostenibili per le fasce più vulnerabili della popolazione.
  3. Fondi della Politica di Coesione e InvestEU: una quota importante di queste risorse è allocata a progetti che mirano a migliorare l’efficienza energetica, sostenendo così la strategia di riduzione delle emissioni di carbonio in tutto il continente.
  4. Proventi delle Aste per lo Scambio di Quote di Emissioni: I ricavi ottenuti da queste aste vengono reinvestiti in iniziative di ristrutturazione energetica. Questo meccanismo non solo incentiva la riduzione delle emissioni, ma riutilizza i fondi raccolti per finanziare ulteriori miglioramenti energetici.

Proposte per nuove soluzioni di finanziamento

L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha proposto nuove soluzioni per facilitare il finanziamento delle ristrutturazioni energetiche. Queste includono la creazione di strumenti specifici per la mitigazione del rischio di credito, l’ampliamento delle opportunità per le banche di offrire finanziamenti “green” e mutui verdi, e l’integrazione dei criteri di sostenibilità ambientale nella valutazione dei finanziamenti. Queste misure mirano a rendere più accessibili i fondi necessari per le ristrutturazioni, sfruttando anche il potenziale della finanza sostenibile.

Questo panorama di finanziamenti richiede un impegno coordinato tra governi e istituti finanziari per garantire che i fondi necessari siano disponibili e accessibili, al fine di supportare efficacemente la transizione energetica del settore immobiliare europeo.

Progressi nell’efficienza energetica: focus sull’Unione Europea

Le statistiche rivelano una sfida significativa: quasi la metà delle abitazioni nell’Unione Europea è stata costruita prima dell’introduzione dei primi standard termici negli anni Settanta, con il 23% degli edifici risalenti a prima del 1945 e un ulteriore 26% costruiti tra il 1945 e il 1969. Questo lascia un’enorme porzione di proprietà bisognose di modernizzazione per migliorare l’efficienza energetica. In particolare, Belgio e Danimarca registrano la più alta percentuale di case costruite prima del 1945, evidenziando la necessità di interventi mirati in questi paesi. Vediamo ora qual è la situazione di alcuni stati membri.

 Germania: la Germania si distingue per il suo impegno nell’efficienza energetica, tanto nel settore residenziale quanto in quello industriale. Il governo tedesco ha adottato una serie di misure incentrate sul finanziamento delle ristrutturazioni e l’adozione di tecnologie rinnovabili, con i seguenti programmi:

  1. Gebäudesanierungsprogramm: Con un budget di 50 miliardi di euro per il 2020-2024, il programma mira a ristrutturare 2 milioni di case raggiungendo standard energetici. Circa il 40% di questi fondi è stato già allocato nel 2023.
  2. Förderprogramm für energieeffiziente Sanierung: Con uno stanziamento annuale di 1,5 miliardi di euro, questo programma punta a promuovere ristrutturazioni profonde per raggiungere o superare lo standard energetico KfW 55.
  3. Bundesförderungsprogramm Energieeffizienz für Nichtwohngebäude: Con un budget annuale di 800 milioni di euro, il programma si concentra sull’incremento dell’efficienza energetica di edifici non residenziali, come scuole e uffici.
  4. KfW-Förderung: La banca pubblica KfW[5] offre vari programmi di finanziamento per supportare la ristrutturazione energetica, per tutte le tipologie di edifici.

 Francia: la Francia ha adottato un approccio olistico per migliorare l’efficienza energetica nel settore edilizio, attraverso una serie di incentivi e programmi tra i quali:

  1. MaPrimeRénov’[6]: con un budget di 5 miliardi di euro[7] offre incentivi finanziari ai proprietari di immobili per aiutarli a ristrutturare le loro case e renderle più efficienti dal punto di vista energetico. Obiettivo: migliorare l’efficienza energetica di 700.000 edifici entro il 2028.
  2. Zéro rénovation[8]: è un’iniziativa pilota per la ristrutturazione energetica degli edifici residenziali con l’obiettivo di trasformarli in edifici a energia zero (nZEB) entro il 2040.
  1. Fondo per il sostegno all’investimento immobiliare (FSIL): questo fondo offre prestiti a tassi agevolati per finanziare progetti di ristrutturazione energetica su larga scala, specialmente in zone a bassa densità abitativa.
  1. Programma Habiter Mieux[9]: è un programma specifico per la ristrutturazione energetica delle abitazioni sociali in Francia. Promosso dal governo francese e gestito dagli Organismi di Edilizia Residenziale Pubblica (OPHLM), il programma mira a migliorare l’efficienza energetica del parco immobiliare sociale del Paese e a garantire condizioni abitative più confortevoli per i residenti.

 Italia: l’Italia ha compiuto passi significativi verso l’obiettivo di realizzare case più efficienti e sostenibili, allineandosi con gli ambiziosi obiettivi europei di decarbonizzazione, con i programmi di incentivi fiscali:

  1. Ecobonus: oltre 1,3 milioni di edifici hanno beneficiato dell’Ecobonus, con investimenti totali di circa 76 miliardi di euro.
  2. Superbonus 110%: ha interessato circa 580.000 edifici, con investimenti per un valore di circa 63 miliardi di euro.
  3. Conto Termico: Questo sistema di incentivi ha permesso l’installazione di oltre 1,2 milioni di impianti a energia rinnovabile negli edifici, con una potenza complessiva di circa 15 GW.
  4. Bonus Facciate: Questo bonus ha favorito la riqualificazione energetica di oltre 800.000 edifici, con un’attenzione particolare all’estetica degli edifici storici.
  5. CENE: L’obbligo di certificazione energetica degli edifici ha contribuito a sensibilizzare i cittadini sull’importanza dell’efficienza energetica e ha permesso di identificare gli edifici con le maggiori criticità energetiche.

Si stima che questi interventi abbiano portato a una riduzione dei consumi energetici medi degli edifici ristrutturati del 30-40%, con un conseguente abbassamento delle emissioni di CO2 e un miglioramento del comfort abitativo

Progetti in corso:

  • Continuità degli incentivi: Il governo italiano ha confermato la volontà di proseguire con gli incentivi fiscali per l’efficienza energetica degli edifici, anche se con alcune modifiche e semplificazioni.
  • Ecobonus: L’Ecobonus sarà prorogato fino al 2026, con aliquote decrescenti nel tempo.
  • Superbonus 110%: Il Superbonus è stato prorogato al 31 dicembre 2024 per alcune categorie di beneficiari (condomini, IACP, enti religiosi) e per interventi specifici (demolizione e ricostruzione, interventi antisismici).
  • Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): dedica circa 2,4 miliardi di euro alla riqualificazione energetica degli edifici, con l’obiettivo di ristrutturare circa 1 milione di edifici entro il 2026.
  • Focus sull’efficienza energetica: L’attenzione si sta spostando sempre più verso l’efficienza energetica profonda, ovvero interventi che permettono di raggiungere livelli di prestazione energetica molto elevati (ad esempio, edifici nZEB).

Sfide e prospettive future: nonostante questi sforzi, il patrimonio edilizio italiano rimane tra i meno efficienti in Europa, con una grande percentuale di edifici nelle classi energetiche più basse. È previsto che entro il 2030, il 15% degli edifici nelle classi F e G debba essere riqualificato, ed entro il 2033, il 26% degli edifici più inefficienti. Questo richiede una riqualificazione di oltre 500.000 edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati.

Il nuovo fotovoltaico allacciato in Italia ha, invece, visto un impressionante incremento evidenziando un rapido sviluppo del settore[10].

In sintesi, mentre l’Italia ha attuato diverse misure incentivate, la strada verso un’efficienza energetica ottimale è ancora lunga e richiede investimenti significativi, sia pubblici che privati, nonché una pianificazione attenta che includa considerazioni sia energetiche che strutturali[11].

 La ristrutturazione energetica degli edifici rappresenta un intervento cruciale nella lotta al cambiamento climatico e al raggiungimento della sicurezza energetica, nonostante i costi in capitale inizialmente elevati. L’Europa si trova di fronte a una sfida significativa, dato che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra.

Questi gas sono generati principalmente dal riscaldamento invernale, dalla produzione di acqua calda sanitaria e dal gas utilizzato per la cottura dei cibi, che insieme costituiscono l’80% del consumo energetico delle famiglie.

La Direttiva “Case Green” è quindi fondamentale per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Come anche evidenziato da un recente articolo dell’Economist [12],ignorare l’impatto del cambiamento climatico non farà altro che rendere il domani più doloroso. (cit.)” È quindi fondamentale affrontare questi problemi quanto prima per evitare costi e difficoltà maggiori in futuro. Queste iniziative non solo porteranno benefici ambientali e socioeconomici ma anche vantaggi in termini di salute. La generazione e l’uso di energia rinnovabile negli edifici ridurrà le bollette energetiche e, a lungo termine, generando guadagni per i cittadini e le imprese. Inoltre, la transizione energetica creerà nuove opportunità di lavoro e richiederà nuove competenze professionali, come tecnici specializzati nell’installazione di impianti domestici di energia rinnovabile.

Le iniziative europee testimoniano un crescente impegno verso l’efficienza energetica. Nonostante una significativa porzione del patrimonio edilizio europeo rimanga obsoleta e inefficiente, l’espansione dei sistemi fotovoltaici segnala un rinnovato interesse per le energie rinnovabili.

Verso un futuro sostenibile.

L’integrazione di politiche per l’efficienza energetica con lo sviluppo di tecnologie rinnovabili, come il fotovoltaico, e reti di distribuzione resilienti e intelligenti, è fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione Europea.

A questo si aggiungono le iniziative di supporto come la “Roadmap on the Renovation Wave[13] e la “Citizen-led Renovation[14] che mirano a guidare e assistere i cittadini europei nel rendere le loro case più efficienti dal punto di vista energetico. Queste politiche, unitamente all’innovazione tecnologica e alla collaborazione internazionale, sono cruciali per mitigare l’impatto del cambiamento climatico e promuovere una transizione energetica equa ed efficace.

In questo contesto, il percorso verso un futuro sostenibile richiede un impegno congiunto da parte di governi, industrie e cittadini, nonché un’attenta considerazione delle implicazioni etiche e ambientali delle tecnologie adottate.

[1] https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:153:0013:0035:en:PDF

[2] https://energy.ec.europa.eu/topics/energy-efficiency/energy-efficient-buildings/energy-performance-buildings-directive_en

[3] https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2024-0129_IT.html

[4]Decarbonizzazione: Processo di riduzione del rapporto carbonio-idrogeno nelle fonti energetiche

[5][5] https://www.hanse-haus.de/en/prefabricated-houses/energy-efficiency/kfw-efficiency-house/#:~:text=A%20KfW%20Efficiency%20House%2055%20is%20a%20house%20that%20requires,Energy%20Saving%20Ordinance%20(EnEV)

[6] https://www.economie.gouv.fr/cedef/maprimerenov

[7] https://it.linkedin.com/pulse/ma-prime-renov-2024-rappresentante-fiscale-francia-e-monaco-uxuye

[8] https://www.economie.gouv.fr/particuliers/eco-pret-a-taux-zero-ptz-renovation-performance-energetique#

[9] https://www.anil.org/habiter-mieux-aide-anah/

[10] [10] https://www.qualenergia.it/articoli/fotovoltaico-primo-bimestre-installati-1218-mw/

[11] https://www.rinnovabili.it/green-building/building/riqualificare-casa-come-intervenire-a-favore-delle-famiglie-italiane/

[12] Global warming is coming for your home – Who will pay for the damage? – The Economist, Apr 11th, 2024

[13] https://energy.ec.europa.eu/topics/energy-efficiency/energy-efficient-buildings/renovation-wave_en

[14] https://citizen-led-renovation.ec.europa.eu/index_en

 

 

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