Il Green Deal europeo e la transizione ecologica: nuovi strumenti per rilanciare la leadership dell’UE sul piano internazionale e la strategia “Farm to Fork”.

 

 

Il Green Deal dell’Unione Europea (UE) rappresenta la roadmap per trasformare l’economia dell’UE secondo un approccio sostenibile. Con ciò l’UE attua una netta accelerazione della Green Transition in nuce già definita nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, agenda che, non a caso, riflette soprattutto la visione e gli sforzi dei negoziatori UE. Il pacchetto verde di iniziative politiche è stato presentato dalla Commissiona Europea l’11 dicembre 2019 con l’obiettivo di intraprendere una transizione ecologica giusta e inclusiva che coinvolge molte delle principali aree delle politiche dell’Unione per trasformare le sfide ambientali e climatiche in opportunità. 

L’obiettivo principale del Green Deal è rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 e diventare un leader mondiale nell’affrontare il cambiamento climatico. Su tale punto emblematica è la dichiarazione di Usrula von der Leyen, Presidente delle Commissione Europea, secondo la quale 

The European Green Deal is our new growth strategy – for a growth that gives back more than it takes away. It shows how to transform our way of living and working, of producing and consuming so that we live healthier and make our businesses innovative. We can all be involved in the transition and we can all benefit from the opportunities. We will help our economy to be a global leader by moving first and moving fast. We are determined to succeed for the sake of this planet and life on it – for Europe’s natural heritage, for biodiversity, for our forests and our seas. By showing the rest of the world how to be sustainable and competitive, we can convince other countries to move with us[1]”.

Queste parole dimostrano l’ambizione di rendere il Green Deal anche una strategia di politica estera, nonché uno strumento per rilanciare la leadership dell’UE sul piano internazionale

Le azioni adottate in ambito del Green Deal europeo puntano ad aumentare l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare, al fine di ridurre la perdita di biodiversità e ridurre l’inquinamento. Il Green Deal europeo delinea gli investimenti necessari e copre tutti i settori dell’economia, in particolare i trasporti, l’energia, l’edilizia e le industrie come l’acciaio, il cemento, l’ICT, il tessile e la chimica. Anche l’agricoltura è coinvolta nel percorso verde europeo. La riduzione della quantità di alimenti sprecati e dell’azione agricola in termini di inquinamento dell’atmosfera, dell’acqua e del suolo, pongono al centro dell’attenzione il ruolo del settore primario nell’azione europea contro il degrado ambientale.

La produzione e il consumo alimentare sono gli aspetti principali che rientrano nel quadro del green deal e nel perseguimento della sostenibilità ambientale. In conseguenza di ciò, nella primavera del 2020 la Commissione ha presentato la strategia “Farm to Fork”, un piano che coinvolge tutte le fasi della catena alimentare dal produttore al consumatore. La Strategia in questione contribuisce al successo dell’obiettivo europeo per diventare climate neutral entro il 2050. Sotto questo aspetto, il sistema alimentare rappresenta un settore chiave per l’azione dell’UE che dovrebbe avere un impatto ambientale neutro o positivo, aiutare a mitigare il cambiamento climatico e adattarsi ai suoi impatti, invertire la perdita di biodiversità, garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica, assicurando che tutti abbiano accesso a cibo sufficiente, sicuro, nutriente e sostenibile, preservare l’accessibilità degli alimenti generando nel contempo un ritorno economico più equo, favorendo la competitività del settore dell’approvvigionamento dell’UE e promuovendo il commercio equo[2].

Ma secondo quali step saranno raggiunti gli obiettivi prefissati nella strategia Farm to Fork? 

In primo luogo, Farm to Fork ha una valenza decennale e non è vincolante di per sé, ma lo diventa nel momento in cui i Paesi membri dovranno implementare norme o dovranno allinearsi a politiche europee già esistenti come la PAC (Politica Agricola Comune). In altre parole, i Paesi membri saranno vincolati a rispettare gli obiettivi stabiliti dalla Commissione[3]. Entrando nel dettaglio, la strategia fissa obiettivi ambiziosi[4]: (1) una riduzione del 50% dell’uso e del rischio di pesticidi chimici e l’uso di pesticidi più pericolosi del 50% entro il 2030, (2) una riduzione delle perdite di nutrienti di almeno il 50%, assicurando al contempo che non ci sia un deterioramento della fertilità del suolo. Questo ridurrà l’uso di fertilizzanti di almeno il 20% entro il 2030, (3) una riduzione del 50% delle vendite di antimicrobici per gli animali d’allevamento e in acquacoltura entro il 2030 e (4) il raggiungimento del 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica entro il 2030.

Infine, la strategia include anche l’obiettivo per cui tutte le zone rurali abbiano accesso alla banda larga veloce entro il 2025, per consentire l’innovazione digitale. In effetti, la digitalizzazione dei processi produttivi agricoli assume una valenza strategia sia per l’opportunità di passare al commercio elettronico sia, forse ancora più importante, per accedere a forme di certificazione della qualità dei prodotti essenziali, quest’ultime, per tutelare i consumatori contro possibili tentativi di green washing.

La produzione di prodotti alimentari primari, che può avere impatti ambientali e sociali negativi, è sostenuta dalla nuova Strategia UE, secondo cui si richiedono requisiti di sostenibilità più severi accompagnati da politiche che evitano l’esportazione di prodotti non sostenibili; ne è un esempio la proposta dell’UE sulla promozione di prodotti alimentari non generati in contesti di deforestazione. È la prima volta che l’UE cerca di progettare una politica alimentare che proponga misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando naturalmente per la distribuzione. Negli ultimi anni è emersa sempre di più la necessità di trasformare il sistema agroalimentare per una serie di ragioni prima fra tutte l’aumento dell’insicurezza alimentare nel mondo.

Il Food System Summit delle Nazioni Unite “Sulla trasformazione dei sistemi alimentari per un futuro più sostenibile” ha delineato come l’insicurezza alimentare e la denutrizione siano cresciuti nel mondo a causa dei conflitti, che rimangono il motore principale, i cambiamenti climatici e tutti gli eventi estremi ad essi connessi, le crisi economiche e la pandemica da Covid-19, che ha aggravato i paesi già esposti alle crisi alimentari. È il rapporto SOFI 2021[5] della FAO su “Sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo” a fornire i dati allarmanti sulle persone denutrite che, nel 2021 in un solo anno, sono cresciute dell’1,5%[6] e che saranno destinate a crescere nel futuro, ancora più in conseguenza dell’aumento dei prezzi delle derrate alimentari provocato dalla crisi Ucraina. Il rapporto suggerisce il cambiamento del sistema alimentare in senso più inclusivo e più sostenibile e in questa prospettiva anche Farm to Fork mostra come sia importante sviluppare un sistema alimentare robusto e resiliente che garantisca ai cittadini l’accesso a una fornitura sufficiente di cibo a prezzi accessibili, al fine di mantenere noi stessi e il pianeta in salute. 

Per concludere, è importante ricordare come la Strategia europea si allinei con gli obiettivi di sviluppo sostenibile formulati nel 2015 dalle Nazioni Unite per la lotta alla povertà e l’eliminazione della fame, solo per citarne alcuni. L’UE vuole rafforzare la cooperazione, nell’ambito della ricerca e dell’innovazione alimentare, per migliorare la nutrizione e alleviare l’insicurezza alimentare, rafforzando la resilienza dei sistemi alimentari e riducendo il cibo perso e lo spreco alimentare, che congiuntamente nell’UE raggiunge la cifra di circa 87,6 milioni di tonnellate[7].


[1] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/e%20n/ip_19_6691

[2] https://ec.europa.eu/food/horizontal-topics/farm-fork-strategy_en

[3] https://www.europarl.europa.eu/italy/it/succede-al-pe/strategia-farm-to-fork-e-politica-agricola-comune-nella-prossima-programmazione-ue-2021-2027

[4] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/qanda_20_885

[5] https://www.fao.org/publications/sofi/2021/en/

[6] https://medicoepaziente.it/2021/covid-19-e-fame-nel-mondo-cresce-linsicurezza-alimentare/

[7] https://www.consilium.europa.eu/it/policies/food-losses-waste/


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