Trasporti a zero emissioni: prospettive alla luce del Green Deal europeo

1. Introduzione al Green Deal europeo

Il Green Deal[1] europeo, presentato dalla Commissione europea l’11.12.2019, è un programma dell’Unione Europea (UE) avente come scopo la messa in atto di molteplici azioni al fine di combattere il cambiamento climatico e garantire la difesa dell’ambiente. Nel particolare l’UE, che è stata tra i primi attori al livello internazionale ad elaborare un tale piano, si pone come obiettivi, (espressi nel programma Pronti per il 55), quelli di: raggiungere zero emissioni nette di gas serra entro il 2050; crescita economica sostenibile; far sì che il cambiamento avvenga in modo equo. Per questo, la Commissione europea ha adottato misure in grado di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra almeno del 55% entro il 2030, ma non solo: infatti, sono molte le ambizioni della Commissione, tra cui creare occupazione e crescita, combattere la povertà energetica, ridurre la dipendenza dall’energia esterna e migliorare la nostra salute e il nostro benessere[2].

Rilevante è conoscere la Normativa europea sul clima[3], con cui la Commissione intende inserire nel diritto dell’UE l’obiettivo espresso nel Green Deal di raggiungere le zero emissioni entro il 2050, quindi codificare un obiettivo politico e renderlo giuridicamente vincolante. Ogni politica in tema di transizione ecologia ed energetica degli Stati membri sarà oggetto di un’analisi della valutazione di impatto da parte della Commissione per verificare che siano adeguate agli obiettivi determinati. Il Green Deal, però, ha bisogno di finanziamenti sia pubblici che privati e, a tal fine, sono previsti il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile[4] e l’introduzione di incentivi per sbloccare ulteriori investimenti.

Tale programma provoca effetti anche nei confronti di Paesi terzi esportatori, come la Russia, in quanto l’UE dovrà fare a meno di combustibili fossili e gas che importa da Essa; quindi, la domanda europea su tale bene diminuirà.

2. Misure europee sulla circolazione stradale e ferroviaria

Ai fini di raggiungere la neutralità climatica, l’UE sta adottando misure volte a ridurre le emissioni di CO2 delle automobili, poiché la circolazione su strada rappresenterebbe un quinto delle emissioni dell’Unione ed è il settore in cui le emissioni di gas serra sono aumentate oltre il 25% rispetto ai livelli del 1990. Per far fronte a questa situazione, l’Europarlamento ha proposto, con un accordo approvato nel febbraio 2023[5], limiti più stringenti per auto e furgoni: in particolare, gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono stati fissati al 55% per le auto e al 50% per i furgoni per il 2030; inoltre, a partire dal 2035, le nuove auto sul mercato dovranno essere a zero emissioni e non si potranno più acquistare vetture a motore termico.

Si sta spingendo, quindi, ad un utilizzo sempre maggiore delle auto elettriche per un duplice motivo: garantiscono zero emissioni di CO2 e i prezzi dell’elettricità sono attualmente inferiori a quelli della benzina. Questa regola non i riguarda le auto già in circolazione; quindi, dal 2035 si potranno continuare ad utilizzare auto non elettriche precedentemente acquistate fino alla fine del loro ciclo vita, anche se il costo per il carburante e la manutenzione potrebbe aumentare. L’obiettivo è far sì che entro il 2050 tutte le auto in circolazione siano CO2 neutrali.

Il settore dell’elettrico, tuttavia, presenta tre problematiche significative che meritano di essere prese in considerazione. La prima è il prezzo dei veicoli elettrici, perché è vero che l’elettrico è meno costoso della benzina e diesel, ma ad oggi il prezzo d’acquisto delle auto elettriche è superiore; ad ogni modo, questo divario potrebbe diminuire nel breve periodo dato l’aumento della concorrenza, la presenza di incentivi governativi e l’abbassamento dei prezzi di fattori di produzione, come il litio per le batterie, portando dunque a veicoli elettrici accessibili a tutti.

La seconda questione riguarda la produzione ed il riciclo delle batterie. A tal proposito, il Parlamento europeo ha aggiornato la direttiva sulle batterie[6], al fine di garantire il riciclo o riutilizzo al termine del loro ciclo vitale: infatti, le nuove regole prevedono che una percentuale di materiali recuperata dai rifiuti di produzione e consumo dovrà essere riutilizzata per la produzione di nuove batterie e pongono dei limiti di raccolta sia per le batterie portatili (45% entro il 2023, 63% entro il 2027 e il 73% entro il 2030) che per le batterie dei trasporti leggeri (51% entro il 2028, 61% entro il 2031)[7].

L’ultima questione riguarda le infrastrutture per le auto a zero emissioni come le postazioni di ricarica. Queste sembrerebbero essere presenti in quantità ancora limitata (soprattutto in Italia che conta meno di 37mila postazioni, rispetto per esempio l’Olanda con ben 115mila di queste)[8] e il Parlamento europeo, nell’ottobre 2022, ha approvato alcune modifiche alle norme in materia[9] per garantire una maggior presenza di stazioni di ricarica elettrica (almeno una ogni 60 Km), ma anche aumentare il numero di stazioni di rifornimento a idrogeno[10] (nel 2021 ne erano presenti solo 136 in tutta l’UE)[11] ed entro il 2024 ogni Stato membro dovrà presentare alla Commissione un piano nazionale per il raggiungimento di quest’obiettivo.

Un settore che presenta già ottimi risultati in materia di emissioni di anidride carbonica è quello ferroviario: infatti, esso rappresenta solo l’1% delle emissioni dei trasporti, contro il 70% dei trasporti su gomma. Proprio per questo, l’UE intende investire nelle ferrovie tramite il Connecting Europe Facility (un progetto per facilitare la crescita e la competitività di investimenti in Europa) e il Next Generation EU (il piano di ripresa e resilienza predisposto dall’UE per fronteggiare gli effetti della crisi pandemica).

Anche in questo caso, l’idrogeno rinnovabile potrà essere un fattore non indifferente sul tema delle ferrovie, tanto che l’UE ha già finanziato lo sviluppo e il collaudo di un prototipo di un sistema di propulsione idrogeno-elettrico[12]. Anche la Banca Europea degli Investimenti (BEI) è coinvolta nel settore ferroviario, come dimostrato dalla Roadmap 2021-2025 in cui afferma di contribuire alla decarbonizzazione dell’UE in tema di trasporti[13].

3. Riduzione delle emissioni di aerei e navi

L’aviazione e il trasporto marittimo rappresentano solo l’8% delle emissioni di gas serra dell’UE: nonostante questo, però, le emissioni di questo settore sono in rapido aumento. Ai fini di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050, il piano Pronti per il 55 prevede misure anche per questi due ambiti.

Riguardo il settore dell’aviazione, diverse misure sono state adottate dall’UE per ridurre le emissioni. Il primo riguarda l’European Union Emission Trading System (ETS), ovvero il sistema di scambio per le quote di emissioni dell’UE, consistente in permessi per le compagnie aeree volto a coprire le proprie emissioni, nei cui confronti l’8 giugno 2022 il Parlamento europeo ha approvato una riforma[14] volta a estendere il campo di applicazione dell’ETS a tutti i voli in partenza dalla European Economic Area (EEA), ovvero lo Spazio Economico Europeo, e che atterrano al di fuori di quest’area. Inoltre, il Parlamento europeo sta lavorando per regolamentare l’utilizzo di carburanti sostenibili da parte delle compagnie aeree, come l’idrogeno rinnovabile e l’energia elettrica[15], in quanto potrebbero contribuire in modo promettente alla decarbonizzazione del settore. Nel dettaglio, le quote di carburante sostenibile devono essere: 2% dal 2025, 32% dal 2040 e l’85% entro il 2050[16].

Anche il trasporto marittimo è interessato alla decarbonizzazione, tanto che nel 2020, il Parlamento manifestò la volontà di includere il trasporto marittimo nell’ETS[17] a partire dal 2022, al fine di ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030. A luglio 2021, la Commissione ha presentato una proposta di aggiornamento all’ETS,includendo anche il trasporto marittimo; tale proposta è stata approvata il 22 giugno 2022 dal Parlamento europeo[18]. Le misure per rendere il trasporto marittimo pulito ed efficiente comprendono: l’eliminazione graduale degli oli combustibili pesanti e l’utilizzo di combustibili rinnovabili ed a basse emissioni di carbonio, la decarbonizzazione e l’automazione dei porti europei, l’accesso regolamentato ai porti UE per le navi più inquinanti, l’ottimizzazione della velocità della nave e nuovi sistemi di produzione. Nello specifico, l’Europarlamento vuole che il settore marittimo riduca le emissioni del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell’80% a partire dal 2050.

In materia di combustibili per le navi, l’elettrico non è escluso; infatti, a Stavanger, in Norvegia, è già in funzione un traghetto ad alta velocità al 100% elettrico chiamato Medstraum. C’è poi un’altra tendenza nell’industria navale per sostituire i motori a diesel e garantire zero emissioni, ovvero il vento: in Francia, infatti, la società Grain de Sail ha sviluppato la prima nave cargo a vela moderna[19]. Riguardo all’Italia[20] invece, la Commissione europea finanzierà (attraverso il fondo complementare istituito con risorse nazionali per integrare il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) un regime di 500 milioni di euro per aiutare le imprese del trasporto marittimo registrate in Italia (e che forniscano collegamenti tra porti italiani ed europei/mediterranei o che operino in porti europei) ad acquistare navi a zero emissioni alimentate a elettricità e idrogeno e a migliorare quelle più inquinanti.

Conclusione

Analizzando l’argomento non è difficile notare che l’impegno dell’UE alla costruzione di un Unione climaticamente neutrale è concreto, impegno che deriva sia dalla Commissione sia dagli europarlamentari che dai governi nazionali. Tale processo però è rallentato dal fatto che non ci sia sempre un accordo omogeneo su ogni programma proposto, tanto che il voto sul regolamento sullo stop alla vendita di auto diesel e benzina dal 2035 è stato rinviato dal 1° al 3 marzo 2023 e dal 3 marzo a data da definirsi: “il Coreper[21] tornerà sulla questione a tempo debito[22]”, queste le parole del portavoce della presidenza svedese del Consiglio UE, Daniel Holmberg. Il rinvio si è reso necessario a seguito della contrarietà di alcuni Stati membri, tra cui Polonia e Ungheria, ai quali si è aggiunta in seguito anche l’Italia, e l’astensione di Bulgaria e Germania.

[1]                Letteralmente “patto verde”.

[2]            Realizzare il Green Deal europeo.

[3]                Regolamento UE 2021/1119 del 30 giungo 2021.

[4]            InvestEU: il programma dell’UE per favorire gli investimenti | Attualità | Parlamento europeo.

[5]                https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2023-0039_IT.html.

[6]                L.266/1; 26.9.2006; Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

[7]            Nuove regole dell’UE per batterie più sostenibili ed etiche | Attualità | Parlamento europeo.

[8]            Stop auto a combustione dal 2035. Ecco perché non è il caso di riscaldarsi troppo | QualEnergia.it

[9]            Direttiva 94/2014; UE. / RELAZIONE sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi, che abroga la direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio | A9-0234/2022 | Parlamento Europeo.

[10]              Idrogeno verde, prodotto da risorse rinnovabili.

[11]          Come far aumentare l’uso di carburanti alternativi per le auto | Attualità | Parlamento europeo.

[12]              In realtà il primo treno ad idrogeno venne già sviluppato da ALSTOM nel 2018.

[13]              Roadmap 2021-2025; Cap. 2, par. 2.26, pag. 16.

[14]              https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20220603IPR32156/urgent-action-needed-to-reduce-emissions-in-the-aviation-sector

[15]              Ma anche carburanti sintetici e biocarburanti.

[16]          Fit for 55: il Parlamento chiede carburanti sostenibili per l’aviazione | Attualità | Parlamento europeo.

[17]              https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20200910IPR86825/pe-l-industria-navale-deve-contribuire-alla-neutralita-climatica

[18]              https://www.ansa.it/europa/notizie/europarlamento/news/2022/06/22/il-parlamento-approva-la-riforma-dellets-e-il-fondo-sociale_d8ffd48c-e56c-4d37-aa48-170c5490caf8.html

[19]          Navi cargo a vela e traghetti elettrici: il trasporto marittimo a emissioni zero | Euronews.

[20]          Aiuti di Stato: La Commissione approva un regime italiano da 500 milioni di € per migliorare le prestazioni ambientali delle navi.

[21]              Il Coreper è l’organo che riunisce gli ambasciatori presso le rappresentanze diplomatiche all’UE.

[22]          Auto, rinviato il voto Ue sullo stop ai motori diesel e benzina dal 2035. Meloni: successo italiano.

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