Brücken bauen: il sogno europeo di David Maria Sassoli

L’espressione Brücken bauen – Costruttore di ponti – fa riferimento a una missione ben precisa, all’immagine di una sorta di operaio moderno che costruisce, grazie alla perseveranza, un bellissimo ponte fra le varie nazioni e richiama la felice intuizione di Jean Monnet che affidò all’Europa nascente il compito di unire i popoli e non gli Stati. David Maria Sassoli sognava un’Unione europea sempre più stretta e solidale, basata sul dialogo e la cooperazione tra i popoli. Il suo progetto europeo nasce dal messaggio d’unità diffuso nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni.

Nel discorso d’insediamento del 3 luglio 2019, Sassoli ha ricordato il coraggio dei padri fondatori, fonte di ispirazione nella sua politica.

«Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza»1

In molti lo ricordano per il suo sorriso, la sua sensibilità e la sua fede verso gli ideali tanto difesi.

Un Presidente, ma ancora prima un grande giornalista, che, come ha ricordato Elisa Anzaldo, «ha saputo sfondare i muri di gomma con la tenacia della sua gentilezza, con l’ostentazione del rispetto che aveva per gli altri, con lo sfinimento del dialogo, la forza della prudenza e la dirompenza della sua mitezza»2.

Classe 1956, David Sassoli nasce a Firenze per poi trasferirsi a Roma, dove studia al liceo Virgilio e conosce la sua futura moglie Alessandra Vittorini. Il suo destino è segnato fin dall’assegnazione del nome, voluto dal padre Domenico – giornalista e intellettuale cattolico – in onore del teologo e antifascista David Maria Turoldo. La sua formazione si inserisce nel solco del cattolicesimo democratico che a Firenze aveva come faro Giorgio La Pira.

«Quando da ragazzo chiesi al professor Giorgio La Pira cosa intendesse per “escatologia del profondo”, mi rispose che la storia è come un oceano in cui sei in grado di cogliere le correnti quando affiorano ma in profondità altre si preparano, si gonfiano, e scoprirne la forza prima che si manifestino è opera della politica»3

Le vicende del suo Paese lo hanno toccato per tutta la vita. Fin da giovane si impegna in associazioni educative, come gli scout, credendo sempre nella cooperazione e il dialogo tra cattolici e laici.

Si scopre presto un giovanissimo e talentuoso giornalista, tant’è che lascerà l’Università di Scienze politiche di Roma per questa forte passione. Da ragazzo è membro del gruppo animato da Paolo Giuntella, ispirato alla «Rosa Bianca»; in parallelo inizia anche la sua carriera giornalistica con l’agenzia “Asca” e i quotidiani “Il Tempo” e “Il Giorno”. Nel 2002 diverrà uno dei fondatori dell’associazione Articolo 21, liberi di…, che riuniva esponenti del mondo della comunicazione, della cultura, giornalisti, giuristi ed economisti con il proposito di promuovere la libertà di pensiero, garantita dall’Articolo 21 della Costituzione italiana.

Il primo decennio del duemila lo vede protagonista sia come giornalista, quando diventa vicedirettore del TG1, che come politico, arrivando ad essere eletto europarlamentare del Partito Democratico con oltre quattrocentomila preferenze. Il 3 luglio del 2019 verrà eletto Presidente del Parlamento Europeo.

Con la sua passione verso la giustizia ha spronato gli europei a proseguire con fermezza sulla via indicata dai padri fondatori per costruire un futuro in cui la solidarietà rappresenti un cardine sociale.

Centrali nella sua idea di Europa sono la pace, la libertà di pensiero e la democrazia.

In tema di pace, nel discorso pronunciato il 24 agosto 2019 durante un meeting per l’amicizia fra i popoli, affermò:

«[…] Se dovessimo ritornare indietro nel tempo […] metteremmo in gioco il bene più prezioso costruito dal Secondo conflitto mondiale: la pace fra le nazioni europee. È un rischio molto concreto, perché quando gli Stati non sono in grado di affrontare i problemi che hanno di fronte è naturale che li scarichino sugli altri, alimentando tensioni e addirittura conflitti. È la storia dell’Europa moderna, è la storia delle generazioni precedenti alle nostre. È la storia che ci riporta esattamente a ottant’anni fa, ieri […] Pio XII […] mandò un radiomessaggio famoso […]: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”. Un messaggio che non impedì, di lì a sei giorni, lo scoppio della Seconda guerra europea e, quindi, mondiale. […] Dobbiamo anche ricordare che coloro che hanno vissuto quell’orrore ci hanno dato in custodia istituzioni democratiche ed europee. Tutti noi europei viviamo la responsabilità di quella custodia: la custodia della democrazia e dell’Europa. […]»4

Una lucida analisi e un monito che appaiono oggi antiveggenti: la sua scomparsa prematura non gli permise di assistere all’invasione russa dell’Ucraina, alla violazione del diritto e di quelle convenzioni che apparivano ormai consolidate e al ritorno della guerra sul continente europeo.

La libertà di manifestazione del pensiero è per Sassoli un pilastro dell’«identità europea» e un’importante conquista che va difesa a fianco alle altre, come afferma il 14 ottobre 2021, in occasione del conferimento della prima edizione del premio in onore di Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese uccisa in un crudele attentato che metteva in luce un pericolo insito nel considerare definitiva ogni nostra conquista:

«L’assassinio di Daphne Caruana Galizia è stato un momento di svolta per il giornalismo europeo, per la nostra politica e le nostre società, poiché ha toccato il nucleo stesso della nostra identità europea. L’Europa è orgogliosa di essere una società libera, fondata sulla democrazia e sullo Stato di diritto. Molte persone in tutto il mondo ci guardano come un modello. Non dobbiamo mai dimenticare che i diritti e i privilegi di cui godiamo in Europa non sono scontati. Non sono scolpiti nella pietra. Sono stati duramente conquistati a seguito di un’orrenda esperienza storica. E ciò che abbiamo guadagnato può essere perso. Le nostre democrazie non sono indistruttibili»5

Le sue sfide e le sue battaglie per l’attuazione della democrazia lo hanno reso un vero e proprio “custode” della nostra Europa, un’immagine che viene ben espressa dalla fermezza con la quale il presidente Sassoli si pronuncia all’indomani della sentenza in cui la Corte suprema della Polonia affermava il non riconoscimento della superiorità del diritto europeo sulle leggi nazionali:

«L’esperienza della democrazia implica la pratica continua del dialogo. Lo abbiamo fatto tante volte. Ma dobbiamo essere molto chiari: sebbene la nostra unità sia giustamente rafforzata dalla nostra diversità, vi è una parte non negoziabile del nostro contratto europeo: i nostri valori di democrazia, libertà, Stato di diritto. Questi valori fanno parte del progetto europeo, tutti noi abbiamo scelto di onorarli aderendo all’Unione europea.»6

La scomparsa di David Sassoli ha generato un’ondata di solidarietà popolare in Italia e nell’Unione. Una personalità singolare, stimata all’estero, di una moralità politica fuori dall’ordinario. Un modello mai aggressivo – stridente con chi in questi anni si è imposto con arroganza -, realmente fiducioso nella possibilità che si possano cambiare le cose.

David Sassoli ci ha lasciato una grande eredità.

La sua capacità nel dialogo, l’apertura all’ascolto ne hanno fatto un costruttore di ponti.

Il Presidente David Sassoli è stato un costruttore di ponti, la sua testimonianza e la correttezza nella professione giornalistica e politica, il suo essere un europeista convinto e tenace, costituiscono un faro per tutti coloro che credono fermamente nei valori della democrazia, la libertà e l’uguaglianza dei diritti.

La svolta avviata sotto la sua presidenza e caratterizzata dalla sostenibilità ambientale, dalle politiche economiche espansive, dagli stanziamenti per la coesione sociale e l’innovazione, hanno portato a un nuovo processo d’integrazione europea. Una svolta che ha aperto nuove vie fino ad allora inimmaginabili e, riconquistando gli europei all’Unione, ha rappresentato una risposta forte agli attacchi sovranisti e populisti e un altrettanto forte contributo alla custodia della democrazia europea.

Il costante impegno per una nuova idea di Europa, unita e solidale, lo ha reso protagonista anche durante i duri giorni del lockdown, quando si è imposto per mantenere sempre aperta la sede dell’Assemblea, facendo di tutto per non dover chiudere un presidio di libertà per tutti gli europei. La sua costante preoccupazione nel non nuocere al bene supremo della collettività, la sua politica gentile nell’attuare i piani per l’Europa, le sue battaglie per l’economia verde e la transizione ecologica, la democrazia partecipativa e infine, tema fondamentale, la salvaguardia dei diritti dell’uomo indicano la via da seguire anche per gli anni a venire.

«L’Europa ha soprattutto bisogno di un nuovo progetto di speranza, un progetto che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra Unione, i nostri valori e la nostra civiltà, un progetto che sia ovvio per tutti gli europei e che ci permetta di unirci. Penso che questo progetto possa essere costruito intorno a tre assi forti, a un triplice desiderio di Europa che sia unanimemente condiviso da tutti gli europei: quello di un’Europa che innova, di un’Europa che protegge e di un’Europa che sia faro»7

Abbiamo il dovere di credere nelle istituzioni europee e nel sogno europeo di David Sassoli: in un’Europa che sappia dare grandi opportunità anziché indifferenza, un’Europa che si basi sul rispetto delle persone, l’amore per la natura, e una nuova economia basata non solo sul profitto, ma sul benessere di tutti. Le istituzioni europee sono e saranno la spina dorsale da cui partire per difendere quei valori tanto coltivati.

L’Osservatorio Germania – Italia – Europa auspica che l’insegnamento di questi anni non venga dimenticato: abbiamo l’obbligo di portare avanti il progetto europeo.

1 Servono cuore e ambizione. E lo spirito dei padri fondatori, discorso pronunciato da David Sassoli il 3 luglio 2019 a Strasburgo, in David Sassoli, La Saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e l’Europa, Milano, Feltrinelli, 2023, p. 36.

2 Discorso pronunciato, in occasione dei funerali di Stato, dalla giornalista e collega Elisa Anzaldo. Cfr. Corriere della Sera, I sez. CorriereTV, 14 gennaio 2022.

3 Fermare l’onda nera del sovranismo, discorso pronunciato da David Sassoli il 24 agosto 2019 a Rimini, durante la quarantesima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, in David Sassoli, La Saggezza e l’audacia, op. cit. p. 44.

4 Fermare l’onda nera del sovranismo, discorso pronunciato da David Sassoli il 24 agosto 2019 a Rimini, durante la quarantesima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, Ivi, pp. 45-46.

5 Non c’è libertà senza giornalisti liberi e indipendenti, discorso pronunciato da David Sassoli il 14 ottobre 2021 a Bruxelles, in occasione per il Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo, istituito dal Parlamento europeo con l’obiettivo di sostenere il giornalismo promuovendo e difendendo i valori dell’Unione europea, in special modo il giornalismo d’inchiesta, Ivi, pp. 252 – 253.

6 La Polonia ci sfida, ma ci sono principi inderogabili, discorso pronunciato da David Sassoli il 21 ottobre 2021 a Bruxelles, in occasione del ricorso alla Corte di giustizia contro la Commissione europea per non aver sospeso i pagamenti alla Polonia, derivanti dal bilancio comunitario, dopo la sentenza dell’Alta corte di Varsavia che ha decretato il primato della Costituzione nazionale sul diritto europeo, Ivi, pp. 357-358.

7 Un’Europa che innova, che protegge, che sia faro, discorso pronunciato da David Sassoli il 16 dicembre 2021 a Bruxelles, Ivi, p. 362.

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