David Sassoli e la promozione della democrazia partecipativa

Large group of people in the shape of European union flag. Europe.

L’importanza del concetto e del valore della democrazia costituiscono un tema fondamentale per David Maria Sassoli, tanto da farne un tratto distintivo del suo agire politico europeo. Già all’indomani della sua nomina a presidente del Parlamento europeo, infatti, egli pose l’accento sul ruolo dei cittadini come espressione di cittadinanza attiva e democrazia partecipativa, sottolineando come la democrazia permetta ai cittadini di prendere parte al processo decisionale, consentendo loro un ruolo più attivo all’interno della società.

Il concetto di democrazia va qui inteso in un senso più ampio come spirito, cultura: un modo di fare esperienza del mondo. La democrazia vista come uno stile di vita, un modo per esprimere la propria personalità e la propria libertà.

Nello scenario globale attuale assistiamo alla presenza di diverse forme di democrazia. Ovviamente, in questa sede non si fa riferimento alle democrazie popolari di matrice est-europeo o cinese, ma alla democrazia espressione dei valori occidentali fondati sulla libertà e sulla partecipazione. Sassoli, infatti, nel discorso di insediamento al Parlamento europeo, ha voluto proprio mettere in risalto i valori fondamentali sui quali la nostra democrazia si basa, ribadendone l’importanza e sottolineando come occorra non darli mai per scontati:

«diciamolo in quest’aula, oggi, che il Parlamento sarà garante dell’indipendenza dei cittadini europei, e che solo loro sono abilitati a scrivere il proprio destino: nessuno per loro, nessuno al posto nostro»[1].

Il periodo antecedente le elezioni del PE era stato contrassegnato da un diffuso timore per l’avanzata di partiti sovranisti ed euroscettici, poi smentito dal risultato delle urne, con la tenuta dei partiti tradizionalmente più legati al progetto di un’Europa unita e solidale. David Sassoli ha confermato la validità dei principi fondamentali sui quali il progetto europeo si è costituito a partire dal Manifesto di Ventotene del 1944 e dalla Dichiarazione Schuman del 1950. Nel suo discorso di insediamento, egli si è rivolto ai neoparlamentari facendo riferimento proprio a quelle tensioni antieuropeiste:

«In questi mesi, in troppi hanno scommesso sul declino di questo progetto […] I cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi»[2].

Nei due anni del suo mandato, Sassoli ha più volte dichiarato come il funzionamento democratico interno all’UE e alle sue istituzioni debba essere riformato, promuovendo strumenti che prevedano meccanismi rapidi di decisione. L’ultimo summit a cui egli ha partecipato a Bruxelles costituisce un episodio significativo in cui è stata richiamata l’idea di un’Europa dinamica, protettiva, nonché “faro della democrazia[3].

Mettendo in luce con coraggio la necessità di una riforma dei Trattati, egli ha voluto mettere in discussione l’anacronistico diritto di veto che spesso ha ostacolato il processo decisionale e lo Stato di diritto, come nel caso che ha visto protagonisti i governi ungherese e polacco nel dicembre 2020.

David Sassoli, sin dal suo discorso di insediamento, ha sottolineato quanto i cittadini europei siano liberi di esprimere i propri ideali e come nessuna forma di governo abbia il diritto di uccidere o di reprimere le libertà, affermando che:

«da noi ragazzi e ragazze possono viaggiare, studiare e amare senza costrizioni […] che nessun europeo può essere umiliato ed emarginato per il proprio orientamento sessuale”[4].

In maniera diretta e incisiva, egli ci ricorda come tali libertà siano il frutto di anni di dure lotte compiute da coloro che credevano fermamente nel progetto europeo. Libertà che noi tendiamo a considerare scontate, ma delle quali dovremmo, oggi più che mai, apprezzarne il valore. La democrazia in cui viviamo, infatti, non è l’unica forma di governo esistente, e non sempre sono rispettate le libertà e i diritti fondamentali dell’uomo. Per questo motivo, il presidente Sassoli si è concentrato molto spesso sul ruolo delle nuove generazioni, spronandole a considerare il Parlamento, e in generale le istituzioni europee, come un punto di riferimento. Concretamente egli ha incentivato un maggiore coinvolgimento dei giovani, iniziando dalla promozione del progetto democratico europeo Conferenza sul Futuro dell’Europa, che ha visto un contributo attivo da parte dei cittadini, realizzando così un rapporto più diretto tra la società e l’istituzione europea. Nello specifico, in questo progetto sono emerse importanti iniziative che si prefiggono di portare avanti gli ideali e i valori condivisi e sostenuti da Sassoli durante il suo mandato, tra questi l’impegno a rafforzare la partecipazione diretta dei cittadini alla politica internazionale dell’UE, attraverso l’organizzazione di eventi a livello nazionale[5]. Inoltre, nel testo conclusivo della Conferenza sul Futuro dell’Europa ci si concentra sulla tutela dello Stato di diritto di tutti gli Stati membri[6] e viene affermata nuovamente l’importanza di sviluppare una “piena esperienza civica” per i cittadini europei[7] – tematica particolarmente cara anche all’Osservatorio Germania Italia Europa.

La scomparsa di David Sassoli ha suscitato grande dolore in tutta Europa e non solo. È venuta meno una figura di estrema capacità professionale, decisamente attenta e sensibile alle tematiche sociali, che ci ha insegnato l’importanza di combattere per i propri ideali. A tal proposito, nella Conferenza sul Futuro dell’Europa è stata più volte ricordata la sua figura per i profondi insegnamenti trasmessi, e si è proposto di portare avanti il progetto di integrazione europea rimanendo fedeli a quei valori e principi di cui Sassoli si è fatto portavoce.

Nel suo ultimo discorso, in occasione delle festività natalizie del 2021, David Sassoli ci ha lasciato un messaggio di speranza che rappresenta un richiamo alla solidarietà e alla fratellanza come risposta all’indifferenza.

«La speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie»[8].

Egli fa riferimento a quei muri che hanno ferito fortemente la storia dell’UE: a partire dal muro di Berlino, continuando con il muro costruito da Orbán, che dal 2015 è servito a placare la crisi dei rifugiati lungo la rotta balcanica al confine con la Serbia.

Ancora una volta, assistiamo quindi a diverse tipologie di soluzioni per affrontare lo stesso problema: da un lato la costruzione di muri, dall’altro lo sforzo di scavalcarli o meglio ancora di abbatterli. David Sassoli, da presidente del Parlamento europeo, ha sempre cercato la seconda strada, la più democratica e in linea con gli ideali fondanti dell’Unione Europea.

[1] Servono cuore e ambizione. E lo spirito dei padri fondatori, discorso pronunciato da David Sassoli il 3 luglio 2019 a Strasburgo, in David       Sassoli, La Saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e l’Europa, Milano, Feltrinelli, 2023, p. 39.

[2] C. Sardo, Introduzione, in David Sassoli, La Saggezza e l’audacia, cit. p. 19.

[3] Un’Europa che innova, che protegge, che sia faro, discorso pronunciato da David Sassoli il 16 dicembre 2021 a Bruxelles, Ivi, p. 361.

[4] Servono cuore e ambizione. E lo spirito dei padri fondatori, cit., p. 37.

[5] 22. Proposta: Trasparenza dell’UE e relazioni con i cittadini, Conferenza sul futuro dell’Europa: Relazione sul risultato finale, maggio             2022, p. 65.

[6] 25. Proposta: Stato di diritto, valori democratici e identità europea, Conferenza sul Futuro dell’Europa: Relazione sul risultato finale,             maggio 2022, p. 68.

[7] 26. Proposta: Protezione dei dati, Conferenza sul Futuro dell’Europa: Relazione sul risultato finale, maggio 2022, p. 69.

[8] La speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi. Auguri alla nostra speranza!, discorso di David Sassoli tenuto a Bruxelles il 24       dicembre 2021, in David Sassoli, La Saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e l’Europa, cit., p. 367.

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