Heimat ist kein Ort. Heimat ist ein Gefühl.

Mani che si sovrappongono
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Ci sono parole, provenienti da tutto il mondo, che sono intraducibili in italiano, o meglio, traducibili solo con lunghe perifrasi. Se è vero quanto affermato dai linguisti Edward Sapir e Benjamin Lee Whorf, che il linguaggio è lo strumento attraverso il quale concettualizziamo la realtà, allora queste parole possono essere la chiave per comprendere come culture diverse dalla nostra interpretano la realtà che ci circonda.

La parola tedesca Heimat – pronunciata /ˈhaɪmat/ – è una di queste. Comunemente tradotta con “Patria”, la difficoltà nel trovare un corrispondente nella lingua italiana è certamente connessa ai diversi significati carichi di emotività che questo vocabolo porta con sé. Heimat non descrive soltanto il luogo natio – identificabile nel vocabolo Geburtsort – o il territorio abitato da un popolo che, per motivi geografici, storici e culturali, sente di appartenervi – in tal caso sarebbe più corretto parlare di Vaterland, la terra dei padri.

Quindi, cosa significa Heimat?
Heimat è il luogo dove si è vissuta la propria infanzia, il luogo al quale ricolleghiamo le nostre origini, o quello col quale sentiamo di identificarci e verso cui proviamo un senso di appartenenza. È il luogo nel quale si rispecchiano particolari sensazioni di sicurezza e gioia. Heimat, insomma, è il luogo dove ci sentiamo a casa.  

Per l’aspetto emotivo e soggettivo che questo termine  racchiude in sé, la domanda giusta da porci non è «cosa significa “Heimat”?» bensì «cosa significa per te “Heimat”?».

Un sondaggio condotto dallo Spiegel mostra come sempre meno tedeschi la identifichino con il luogo natio. Per alcuni è associata ad una sensazione di relax e benessere,  per altri rappresenta la propria lingua madre, il dialetto, la famiglia o le tradizioni. I più la identificano con l’amore, l’amicizia, la libertà o la cultura.
Talvolta inteso in senso fisico, talvolta in senso astratto, qualsiasi traduzione di questo termine non può aver luogo che escludendo o tralasciando alcuni significati. Il termine Heimat, infatti, include un vasto spettro di associazioni affettive che non si lasciano né definire né concettualizzare.

Le ragioni per cui alcune parole esistono solo in determinate lingue sono sociali, storiche e culturali. Nelle parole si rispecchia l’esperienza vissuta da diverse generazioni. E quella delle popolazioni germaniche cela sicuramente un vissuto che ben rappresenta il concetto di Heimat. Nella seconda metà del Settecento gli stürmeriani la brandirono contro il cosmopolitismo degli illuministi, alla fine dell’Ottocento la Heimat fu l’emblema del regionalismo agrario contro il dilagare delle industrie e l’astrazione giacobina dello Stato-nazione, mentre i nazisti la associarono alla loro ideologia del Blut und Boden, letteralmente “sangue e suolo”.

La Heimat, intesa come terra d’origine, nella storia tedesca è stata spesso un luogo difficile da raggiungere ed accessibile solo nei ricordi. Attraverso la creazione di uno spazio astratto, i migranti e le generazioni successive sono state in grado di creare un luogo sicuro, seppur mentale, virtuale ed emotivo, che gli ha permesso di sentirsi sempre al sicuro. La Heimat, intesa come la dimora della propria identità, può così essere collocata in qualsiasi posto ci si trovi. Riprendendo il testo di una famosa canzone di Herbert Grönemeyer, cantautore tedesco:

«Heimat ist kein Ort. Heimat ist ein Gefühl»
Heimat non è un luogo. Heimat è un sentimento.

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