Il 15 gennaio 2001 inizia l’era di Wikipedia

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Wikipedia

Il 15 gennaio 2001 Jimmy Wales e Larry Sanger, rispettivamente un imprenditore e un filosofo statunitensi, lanciano Wikipedia (la data si riferisce alla nascita della prima edizione, quella in inglese), l’enciclopedia online, collaborativa, multilingue, libera e gratuita più famosa al mondo.

Wikipedia viene concepita inizialmente come progetto collaterale di un’altra enciclopedia online, Nupedia, creata sempre da Wales e Sanger l’anno precedente. Nupedia, a differenza di Wikipedia, proponeva dei contenuti esclusivamente in lingua inglese revisionati in modo volontario solo da accademici ed esperti di settore; entrambe, comunque, si appoggiavano ai server di Bomis, un portale di ricerca di musica pop di cui Wales era proprietario. A causa di un tasso di crescita esiguo, complice un processo di revisione troppo lento e macchinoso, Nupedia viene definitivamente chiusa il 26 settembre 2003 e i suoi testi confluiscono nell’edizione in inglese di Wikipedia.

Riprendendo le parole di Jimmy Wales, Wikipedia è stata fondata per «creare e distribuire un’enciclopedia libera della più alta qualità possibile a ogni singola persona sul pianeta nella sua propria lingua»; con questi presupposti, è stato deciso di implementarla usando la tecnologia wiki (da qui il nome “Wikipedia”), prendendo spunto da WikiWikiWeb, il primo wiki mai ideato. Un software di tipo wiki consente di creare e modificare contenuti su di un sito web tramite il proprio browser senza dover ricorrere ad un particolare linguaggio di programmazione. Grazie alla tecnologia wiki e alle segnalazioni su Slashdot, sito web creato nel 1997 che raccoglie notizie di carattere informatico e tecnologico, Wikipedia è arrivata a contare alla fine del suo primo anno di esistenza quasi 20.000 voci distribuite su 18 edizioni in lingue differenti. Al termine del 2004, dopo soli tre anni di vita, le edizioni hanno oltrepassato quota 100 e quella in lingua inglese ha raggiunto le 500.000 voci, divenute poi 2.000.000 nel settembre 2007.

Il 20 giugno 2003 Jimmy Wales costituisce la Wikimedia Foundation, una fondazione no-profit, con sede a San Francisco, che, oltre a promuovere la diffusione gratuita del sapere, ha lo scopo di coordinare lo sviluppo di Wikipedia e di tutti i progetti di conoscenza libera e partecipativa affini nati successivamente; la fondazione ne gestisce i domini, si prodiga a rendere sempre più inclusiva la comunità degli utenti che ne producono i contenuti, fornisce assistenza legale per le controversie che possono riguardare le licenze di distribuzione e assicura anche il supporto tecnologico e informatico necessario affinché ogni progetto assuma dimensioni sempre più importanti rimanendo tuttavia gratuito e accessibile a chiunque. Tutto ciò è reso possibile solo grazie alle donazioni che la fondazione riceve da parte di enti pubblici e privati, non avendo introiti generati da pubblicità o da altre forme di promozione commerciale.

Il modello della Wikimedia Foundation si è presto diffuso oltre gli Stati Uniti e a partire dalla fine del 2004 sono sorti i cosiddetti “Wikimedia chapters”, organizzazioni sempre non a scopo di lucro che si occupano di promuovere i progetti della Wikimedia Foundation in determinate aree geografiche, sottoscrivendo con la “casa madre” di San Francisco degli accordi di armonizzazione, ma rimanendo indipendenti da essa. Al momento i Wikimedia chapters sono dislocati in più di 30 Paesi differenti.

La costituzione della Wikimedia Foundation ha consentito a Wikipedia di raggiungere grandi volumi e di ottenere risultati considerevoli: nel 2004 Wikipedia ha vinto un Webby Award per la categoria “Web Community”; nel 2008 è entrata nel Guinness dei primati come enciclopedia più grande del mondo (vantando, in quel momento, 10 milioni di voci complessive) e nel 2017 la rivista americana Time l’ha posizionata al terzo posto all’interno della classifica dei siti web più influenti di tutti i tempi.

Attualmente conta più di 300 edizioni, di cui alcune scritte in varietà linguistiche regionali (piemontese, romagnolo, tarantino) oppure in lingue morte (latino) e artificiali. L’edizione più vasta è quella in inglese con oltre 5 milioni di voci.

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