Il Mercato Unico Digitale e il suo sviluppo ai tempi del Covid-19.

Oggi le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono la base di tutti i sistemi economici delle società moderne e avanzate. In un contesto in cui Internet e le nuove tecnologie digitali comportano costantemente innovazione in ogni settore dell’attività umana, la Commissione Europea si era posta una nuova strategia di mercato da realizzarsi entro il 2016 attraverso la creazione di un Mercato Unico Digitale (“Digital Single Market”, DSM) in modo da garantire l’accesso alle attività di vendita on-line per privati ed imprese, per facilitarne rispettivamente l’acquisto e la vendita, abbattendo le barriere geografiche. Questa strategia si basa principalmente su tre pilastri: garantire un migliore accesso a consumatori e imprese ai beni e servizi digitali in Europa; creare le giuste condizioni di parità al fine di garantire lo sviluppo delle reti e dei servizi digitali nel contesto concorrenziale del mercato unico; massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale per offrire numerose opportunità in campo digitale a persone e aziende e al contempo rafforzare la posizione dell’Europa quale leader mondiale dell’economia digitale. Questa nuova strategia di mercato ruota attorno ai dati elettronici che, se analizzati in associazione ai servizi e ai prodotti, sono in grado di produrre un ingente quantità di valore e ricchezza. L’integrazione economica e sociale conseguente al mercato interno ha comportato un aumento del flusso dei dati scambiati tra gli Stati membri. Il funzionamento del sistema, tuttavia, è compromesso dalla presenza di alcuni ostacoli. Secondo alcune stime, solo una parte dei servizi on-line all’interno dell’Ue è trans-frontaliera, mentre la maggior parte dei servizi ha carattere nazionale o è realizzata negli Usa o si tratta di servizi nazionali, soltanto una parte dei consumatori acquista on-line in un altro Stato membro. Inoltre, è anche molto ristretta la percentuale delle piccole e medie imprese che vende oltre i confini nazionali in ragione dei costi aggiuntivi determinati dalla necessità di adattarsi alle leggi nazionali degli altri Paesi. Grazie al generale impatto positivo che avrebbe sui consumatori, i quali acquisterebbero in condizioni di maggiore flessibilità e a prezzi minori, e gli imprenditori, che vedrebbero rimossi gli ostacoli alla vendita dei propri prodotti e servizi in tutta Europa, lo sviluppo di questo sistema porterebbe dei vantaggi di non poco rilievo, contribuendo all’aumento dei consumi, nonché alla creazione di migliaia di posti di lavoro, determinando così una generale crescita dell’economia comunitaria nel suo complesso. Infine, un funzionamento efficace del trattamento dei dati permetterebbe una crescita economica degli stessi, compromessa dal fatto che le disposizioni legislative interne degli Stati membri rendono difficile trattare i dati al di fuori di una determinata area geografica, provocando una grave carenza di mobilità trans-frontaliera, nonché la presenza di fenomeni di lock-in nel settore privato che rendono difficoltoso il passaggio da un fornitore di servizi ad un altro. Le imprese nei mercati digitali spesso hanno bisogno di esercitare un controllo esclusivo sui dati forniti dai propri consumatori per sviluppare servizi innovativi; inoltre, certi servizi richiedono una determinata dimensione di scala, che può essere conseguita soltanto mantenendo i propri utenti all’interno del servizio. La realizzazione di tale strategia, attraverso una compiuta armonizzazione del diritto alla portabilità e al trattamento dei dati, anche di diversa natura, comporterebbe due effetti rispettivamente per il consumatore e per l’imprenditore: da un lato, il consumatore godrebbe della riduzione dei costi di switching (i cd. costi di transazione) nel passaggio da un fornitore di un servizio ad un altro, evitando così i fenomeni di lock-in, dall’altro lato l’imprenditore vedrebbe ridotte le barriere che incontra nell’immissione dei propri servizi nel mercato. La Commissione Europea ha elaborato una complessa strategia per risolvere gli indicati problemi e ha individuato una serie di obiettivi da realizzare in diverse tappe, facendo ricorso a numerosi strumenti di hard law e di soft law per la formazione di regole giuridiche chiare, complete e prevedibili e il rafforzamento della competitività dell’industria dell’Ue, nel tentativo di creare un clima favorevole allo sviluppo dell’economia digitale in tutti i rami del mercato interno. La Commissione Europea ha adottato due regolamenti a tal proposito. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD, Reg. 2016/979)  ha sancito il diritto alla portabilità dei dati personali al fine di garantire un livello di tutela equivalente delle persone fisiche e la libera circolazione dei dati personali tra gli Stati membri. Successivamente, il Regolamento 2018/1807 sulla libera circolazione dei dati non personali mira a rafforzare la fiducia nel trattamento dei dati, garantendo elevati standard di protezione, in modo da ridurre la propensione degli operatori economici che agiscono nel mercato e nel settore pubblico di servirsi della localizzazione dei dati quale sostituto di un adeguato sistema di sicurezza. Grazie all’entrata in vigore del Regolamento europeo 2018/1724 che istituisce lo Sportello Unico Digitale, uno strumento che facilita l’accesso on-line alle informazioni, alle procedure amministrative e ai servizi di informazione per i cittadini che intendono trasferirsi, studiare o aprire una propria attività in un Paese dell’Ue diverso da quello di residenza. Ad oggi, parte degli obiettivi che la Commissione Europea si è preposta sono ancora da raggiungere, ma l’adozione dei due regolamenti, insieme alla più recente introduzione dello Sportello Unico Digitale, rappresentano un importante passo verso un unico sistema di regole uniformi per i partecipanti al sistema del mercato unico, un tassello fondamentale per il corretto funzionamento dello stesso, affinché siano garantite la certezza del diritto e la parità di condizioni in modo da rimuovere gli ostacoli agli scambi ed evitare distorsioni della concorrenza dovute alle divergenze presenti nelle normative nazionali. L’importanza del mercato unico digitale può essere maggiormente apprezzata nell’attuale fase di recessione provocata dalla pandemia che ha fortemente colpito anche il mercato unico europeo. Infatti, la digitalizzazione e il commercio elettronico rappresentano uno snodo essenziale per far ripartire l’economia, in ragione delle grandi agevolazioni che la realizzazione della strategia tracciata dalla Commissione apporterebbe. I vantaggi più rilevanti si registrerebbero in diversi settori, quali le comunicazioni e i servizi elettronici europei, i flussi dei dati e lo sviluppo di una intelligenza artificiale europea. Una conferma del ruolo strategico del mercato digitale è data dalle relazioni dell’Organismo dei relatori europei delle comunicazioni elettroniche nelle quali è stato sottolineato che, il traffico complessivo delle reti fisse e mobili è considerevolmente aumentato durante la crisi provocata dal Covid-19.  L’Osservatorio ha sottolineato come una infrastruttura digitale, in particolare lo sviluppo di reti ad altissima velocità costituisce un prerequisito essenziale per la gestione di eventuali crisi analoghe e ha invitato in tal senso gli Stati membri ad accelerare l’introduzione delle reti 5G. Nella Risoluzione del 17 Aprile 2020 sull’azione coordinata dell’UE per lottare contro la pandemia di Covid-19 e le sue conseguenze, il Parlamento europeo ha indicato che il pacchetto per la ripresa e la ricostruzione dopo la pandemia di Covid-19 deve avere al centro la trasformazione digitale dell’economia europea. 

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