Il G20 italiano

Il 1 dicembre 2020 ha preso ufficialmente avvio il primo anno di Presidenza italiana del G20.

Il nostro Paese, infatti, è stato chiamato a guidare, per la prima volta, uno dei più importanti consessi multilaterali del mondo, in un momento, peraltro, senza precedenti nella storia recente.

Cos’è il G20?

Il Gruppo dei 20 è un forum multilaterale istituito nel 1999, in seguito alla crisi finanziaria asiatica dei due anni precedenti, per promuovere la concertazione sui temi economico-finanziari, favorire la cooperazione internazionale tra le principali economie mondiali, ed indirizzarne le più rilevanti determinazioni.

Esso rappresenta:

– il 60% della popolazione del pianeta;

– l’80% del PIL mondiale;

– il 75% del commercio estero.

La membership del G20 è costituita dai 19 Paesi economicamente più avanzati, quindi gli Stati membri del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti), i BRICS (il Brasile, la Russia, l’India, la Cina, il Sud Africa), l’Argentina, l’Arabia Saudita, l’Australia, la Corea del Sud, l’Indonesia, il Messico, e la Turchia, ai quali si unisce l’Unione Europea.

L’idea di un forum costituito dalle principali democrazie industrializzate del pianeta emerse per la prima volta in seguito alla crisi petrolifera ed alla conseguente recessione del 1973; l’anno seguente, infatti, gli Stati Uniti diedero vita al Library Group, un gruppo informale di alti funzionari finanziari provenienti da Francia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Germania occidentale, che si riuniva appunto presso la biblioteca della Casa Bianca a Washington, DC. Negli anni successivi, poi, il gruppo si espanse per riflettere i mutati sviluppi economici e politici.

Il G20, a sua volta, inizialmente riuniva i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali dei Paesi membri, che affrontavano temi di economia globale per la tutela della stabilità finanziaria internazionale, la gestione del debito pubblico (soprattutto degli Stati emergenti), e la regolamentazione del commercio e dei mercati finanziari. A seguito, tuttavia, della Grande Recessione del 2007 – generata dalla crisi statunitense dei mutui subprime – e dei rischi legati alla stabilità del sistema finanziario, il foro è stato elevato a partire dal 2008 a livello dei Capi di Stato e di governo.

Oggi, poi, per ampliarne ulteriormente la portata e l’impatto, sono invitate a partecipare ai lavori ed ai meeting anche alcune tra le maggiori organizzazioni internazionali, come ad esempio il Fondo Monetario Internazionale, il Financial Stability Board (individuati come i canali multilaterali per l’implementazione delle decisioni assunte nel forum), la Banca Mondiale, lʼOCSE, e le Nazioni Unite. Alle riunioni, inoltre, vengono invitati a partecipare alcuni Paesi ospiti, con status permanente o transitorio di osservatore o invitato, scelti dalla presidenza di turno per assicurare la rappresentatività geografica del gruppo. La Spagna è un ospite permanente del consesso.

Struttura e funzionamento del G20

Trattandosi di un foro globale informale privo di uno statuto, il G20 non ha istituito un segretariato permanente: l’agenda e le attività vengono definite dalla presidenza di turno, in collaborazione con gli altri Paesi. La presidenza ha una durata annuale e ruota, sulla base di una turnazione, fra i membri del gruppo, riuniti a tal proposito in cinque aree geograficamente omogenee.

Per garantire continuità nelle attività del forum, è stata istituita una Troika – composta dallo Stato che detiene la presidenza, il Paese predecessore, e quello successore – che si riunisce per coordinare i lavori, garantire lo scambio della documentazione e gestire l’organizzazione dei meeting. Attualmente la Troika è composta da Arabia Saudita, Italia, e Indonesia.

Oltre al vertice dei leader, che viene convocato dal 2010 con cadenza annuale in autunno, e che rappresenta il culmine dei lavori della presidenza di turno, durante tutto l’anno si tengono quattro riunioni ministeriali (la prima delle quali si svolgerà il prossimo 26 febbraio), quattro incontri degli sherpa (i rappresentanti personali dei Capi di Stato e di Governo incaricati di svolgere i negoziati e facilitare il consenso fra i leader), cinque meeting dei deputies finanziari, e molteplici riunioni di gruppi di lavoro ed eventi speciali, ai quali si aggiungono possibili meeting ministeriali tematici convocati dalla presidenza di turno.

Il Finance Track

Benché nel corso degli anni – per via della presenza dei Capi di Stato e di governo, per il moltiplicarsi delle riunioni interministeriali e per l’aumento degli engagement groups[1] – i temi affrontati dal G20 siano cresciuti notevolmente, portando ad un progressivo ampliamento della relativa agenda programmatica ai più significativi temi globali, gli aspetti economico-finanziari hanno comunque mantenuto una preponderanza rilevante all’interno del forum.

Nell’ambito dei lavori, il cosiddetto Finance Track – costituito dalle riunioni dei ministri dell’economia e delle finanze, dei governatori delle banche centrali, dei viceministri, e degli sherpa (negoziatori) designati dai ministeri economici dei Paesi membri – rappresenta il filone più importante, in quanto permette il coordinamento degli Stati in materia di politiche economiche, finanziarie, fiscali, e monetarie, e culmina nella dichiarazione finale dei leader a conclusione del summit.

I gruppi di lavoro

La gestione dei processi decisionali del G20 avviene anche attraverso l’approfondimento di aspetti settoriali di rilevanza internazionale, che sono affidati ai cosiddetti working groups. Questi sono composti da esperti nazionali provenienti dalle delegazioni dei Paesi membri, e discutono i diversi temi nell’ambito dei vari filoni; ciascun gruppo, poi, è coordinato da un rappresentante del ministero di competenza per la specifica materia. Il compito di questi gruppi è quello di rilanciare la cooperazione internazionale sugli argomenti di loro
competenza, e raggiungere posizioni di unanimità, che, successivamente al vaglio degli Sherpa, possano eventualmente confluire nel comunicato finale dei leader al termine dei vertici.

All’interno del filone finanziario si riuniscono cinque working groups dedicati alla crescita sostenibile, all’inclusione finanziaria (Global Partnership For Financial Inclusion), all’architettura finanziaria internazionale (International Financial Architecture), alle infrastrutture (Infrastructure), all’inclusione finanziaria (Financial Inclusion) e all’Africa (Africa Advisory Group). Ad essi si aggiungono i gruppi sulla regolamentazione finanziaria (Financial Regulation) e sulla tassazione (International Taxation).[2]

Attualmente i gruppi istituiti all’interno degli altri filoni sono: Istruzione (che nella Presidenza italiana si occuperà di ridurre il divario digitale, ed implementare l’interazione tra il mondo della formazione ed il mercato del lavoro), Salute (sul quale ci sarà particolare enfasi per la correlazione con la stabilità economica e con il Global Health Summit), Commercio e investimenti (che quest’anno si concentrerà sul superamento degli effetti della pandemia da Covid-19), Sviluppo (che coordina e monitora le azioni politiche dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile), Task Force sull’Economia Digitale (per l’implementazione della crescita economica e sociale attraverso la digitalizzazione), Anticorruzione (per l’armonizzazione normativa nella lotta alla corruzione), Lavoro (per la protezione sociale nell’impiego, e l’implementazione delle condizioni lavorative), Transizione Energetica e Sostenibilità del Clima (con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra, garantire l’accesso universale all’energia, eliminare la povertà energetica, e supportare la green economy), Ambiente (per la sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica, e la lotta contro la perdita di biodiversità), Cultura (per la tutela del patrimonio ed il sostegno del rapporto fra cultura e cambiamenti climatici), Turismo (per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, e la salvaguardia delle risorse naturali e culturali), Academics Informal Gathering (che si occupa di ricerca e istruzione superiore), Agricoltura (essenziale per il rafforzamento della cooperazione sui temi della sicurezza alimentare globale, la nutrizione, la sostenibilità e la resilienza dei sistemi alimentari)[3].

I tre pilastri del G20 italiano

L’Italia sarà chiamata a coordinare risposte congiunte alle grandi sfide globali, proprio nel momento in cui, a livello mondiale, si sta riscrivendo l’agenda delle priorità, con un impatto diretto sulla vita dell’intera umanità.
I tre pilastri della Presidenza italiana del G20, che saranno sviluppati dai working group ed i cui risultati confluiranno nella dichiarazione congiunta dei leader, sono:

  • People: la pandemia da Covid-19 e la conseguente crisi sociale ed economica stanno trasformando rapidamente il volto delle nostre società, minacciando le prospettive dei cittadini ed il futuro delle generazioni più giovani. Obiettivi fondamentali della Presidenza italiana saranno la lotta alle disuguaglianze e la creazione di una società più equa che, attraverso una sorta di nuovo umanesimo (il cui richiamo simbolico avviene anche attraverso la scelta dell’uomo vitruviano per il logo della Presidenza italiana)[4], metta al centro dell’azione politica la person,a e permetta di garantire l’accesso a salute, istruzione, lavoro e opportunità;
  • Planet: la creazione di una economia inclusiva e sostenibile passa attraverso la transizione verso la green economy e l’utilizzo delle energie rinnovabili. La necessità di ritrovare un equilibrio tra persone e ambiente impone un cambio di passo anche nella gestione dell’urbanizzazione e della mobilità, oltre che nello sfruttamento del suolo e delle risorse. La prossimità tra il G20 leaders’ summit e la più importante conferenza sui cambiamenti climatici (COP26) rappresenta un’occasione cruciale per il sostegno di una prospettiva di sviluppo economico che inglobi la sostenibilità e la difesa dell’ambiente;
  • Prosperity: la ricerca di nuovi strumenti di sviluppo economico non potrà fare a meno di sublimarsi in una trasformazione dei sistemi socio-economici, finalizzata alla ricerca di un nuovo concetto di prosperità. Le opportunità offerte dalla tecnologia, dall’innovazione e dalla trasformazione digitale rappresentano il potenziale per una nuova crescita economica, da raggiungere attraverso la riduzione del digital divide, l’alfabetizzazione digitale, l’implementazione delle infrastrutture, e la flessibilità dei modelli organizzativi del lavoro.

Le sfide della Presidenza italiana del G20

Quello che la Presidenza italiana troverà al Summit dei Leader del prossimo autunno sarà un mondo certamente radicalmente trasformato. La pandemia ha irreparabilmente messo in discussione gli attuali modelli di sviluppo economico (peraltro già in crisi), compromettendo i sistemi sociali e sanitari, e provocando un aumento delle disuguaglianze e della povertà.

Il Covid-19 ha fatto poi emergere due aspetti che minacciano profondamente il multilateralismo e ne indeboliscono progressivamente le strutture internazionali di governance globale, come il G20, che sulla sua base agiscono: la difficoltà dei Paesi nel generare risposte coordinate; e la crescente convinzione, in parte foraggiata anche dalle spinte nazionaliste e populiste, che questo approccio non rappresenti lo strumento più efficace ed adeguato alla risoluzione dei problemi.

Allo stesso tempo, tuttavia, risiedendo la genesi stessa dei consessi multilaterali nel bisogno di reazione coesa alle crisi globali, questo consesso rappresenta l’occasione più significativa ed opportuna per il lancio di proposte ambiziose, concrete, e responsabili. La crisi ha infatti dimostrato anche la profondità dei legami di interconnessione tra gli Stati e la necessità di un approccio globale alle problematiche locali. Una risposta internazionale coesa e solidale alla pandemia – attraverso un accesso equo ed universale alla diagnosi, terapia e prevenzione dal virus – rappresenta l’unica strada possibile verso la ripresa ed il rilancio economico armonizzato. Il nostro Paese dovrà agire da protagonista nel contesto geopolitico globale, rafforzando il proprio prestigio politico e diplomatico sulla strada della cooperazione internazionale coordinata, e rendendo questo foro internazionale il locus istituzionale per un dialogo di lungo periodo, strutturato, tra tutti gli stakeholders.

La scelta, per l’agenda della Presidenza italiana, di un numero circoscritto di priorità, non ascrivibili a particolari orientamenti ideologici, non divisive rispetto alle politiche nazionali dei Paesi membri, concretamente misurabili nei loro effetti nel breve periodo dall’opinione pubblica, ed implementabili sul lungo termine, rappresenta un’ottima opportunità per il raggiungimento di solide ed unanimi intese all’interno di un foro sempre più affaticato nel conseguimento di effetti e risultati concreti. La partecipazione, sin dalle origini, del nostro Paese ai più importanti consessi di governance internazionale permetterà all’Italia di interpretare con ulteriore consapevolezza il ruolo di guida del G20, modellando in maniera decisiva, nel solco della tradizione diplomatica multilaterale, il proprio posizionamento sullo scacchiere internazionale, e vigilando attivamente, e con un ruolo di attore primario, sulla gestione dei processi decisionali più significativi.

I pilastri della Presidenza italiana, quindi, allo stesso tempo ambiziosi ed imprescindibili, rappresentano lo sforzo di responsabilità (e di grande lungimiranza) che la comunità internazionale deve necessariamente condividere in un’ottica multilaterale, per garantire una ripresa significativa della cooperazione, una crescita sostenibile per le generazioni future, ed il raggiungimento di tutti quegli obiettivi impossibili da perseguire attraverso le azioni isolate di singoli Paesi.


[1] Al fine di ampliare la partecipazione ai processi decisionali del G20, sono stati istituiti i cosiddetti Engagement Groups, per il coinvolgimento dei corpi sociali ed i principali attori della società civile sui temi dell’imprenditoria (B20), del lavoro (L20), dei giovani (Y20), dell’empowerment femminile (W20), della ricerca (T20), delle politiche urbane (U20), dello sviluppo sostenibile (S20) e della lotta contro le disuguaglianze (C20).

[2] Per ulteriori approfondimenti: http://www.dt.mef.gov.it/it/tema_del_mese/tema_mese0024.html.

[3] Per ulteriori approfondimenti: https://www.g20.org/it/gruppi-lavoro.html.

[4] Per ulteriori approfondimenti: https://www.g20.org/it/logo.html.

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