La cooperazione in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa dell’UE: il contributo di Italia e Germania

I primi tentativi di realizzazione della Difesa Europea: il Trattato di Dunkerque

Dopo la Seconda guerra mondiale l’esigenza dei paesi europei, oltre alla rapida ripresa economica, era rappresentata dalla necessità di creare una difesa europea comune e forte.

Per tali ragioni, nel 1947, fu firmato il Trattato di Dunkerque tra Francia e Regno Unito.

Nel 1948 fu poi fu firmato da Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito, il Trattato di Bruxelles, che era un patto di autodifesa comune1.

La nascita dell’Unione Europea e il Progetto CED

Il 9 maggio del 1950, il ministro degli esteri francese Robert Schumann, propose la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), per superare le rivalità storiche in Europa.

Fu così che nel 1951 fu firmato il Trattato di Parigi che istituiva la Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio, a cui aderivano Francia, Germania dell’ovest, Italia e Paesi del Benelux.

Analogamente alla creazione della CECA, il ministro francese René Pleven propose, il 24 ottobre del 1950, il Piano Pleven, ovvero un progetto di collaborazione militare fra gli Stati europei che prevedeva la realizzazione di una Comunità europea di difesa (CED) e aveva anche lo scopo di superare la paura di un possibile riarmo della Germania. Tra i suoi obiettivi più rilevanti il Trattato prevedeva la creazione di un esercito europeo.

Il 27 maggio 1952, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Italia firmavano il Trattato di Parigi che istituiva la Comunità Europea di Difesa.

Il Trattato di Parigi non entrò mai in vigore, principalmente per responsabilità della stessa Francia che non volle ratificare l’accordo facendo così fallire nel 1954 la CED2.

Dal momento della caduta della CED nel 1954, per un lungo periodo i paesi non trattarono la questione della politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea3.

Il tentativo di rilancio di una politica estera di sicurezza e difesa europea

Con la caduta dell’Unione Sovietica e la fine della guerra fredda, gli Stati Uniti mutarono la loro posizione e si fecero carico della difesa europea.

Nel dicembre del 1991, l’UE, iniziò ad elaborare un nuovo trattato che fu firmato nel febbraio del 1992, il Trattato di Maastricht.

Con il Trattato sull’Unione Europea (TUE), firmato a Maastricht, nasceva ufficialmente la Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC).

Il Trattato introdusse tre pilastri che rappresentavano le aree fondamentali dell’Unione Europea. La politica estera e di sicurezza europea divenne uno dei tre pilastri sotto il nome PESC.

I primi documenti strategici dell’Unione Europea

A partire dal Trattatodi Maastricht, la PESC – nell’ambito dell’Unione Europea – assunse, se pur con dei rallentamenti, un ruolo centrale.

Per tali ragioni, l’UE iniziò ad elaborare un documento strategico che fu pubblicato a seguito del Trattato di Amsterdam.

Un secondo documento strategico fu emanato il 12 dicembre del 20034, chiamato un’Europa Sicura in un mondo migliore; documento, questo, che fu successivamente implementato nel 20085.

Il Trattato di Lisbona

Dopo l’impulso iniziale del Trattato di Maastricht, i Trattati successivi – sia quello di Amsterdam, (entrato in vigore il 1° maggio del 1999), che quello di Nizza, (entrato in vigore il 1° febbraio 2003) – apportarono modifiche alla PESC, senza tuttavia stravolgerne la portata, limitandosi a renderla più operativa ed efficiente, confermando come modus operandi quello intergovernativo piuttosto che quello sovranazionale.

Questo nuovo approccio provocò un’accelerazione nello sviluppo della politica estera di sicurezza e difesa dell’Unione.

Per tali ragioni, gli Stati membri elaborarono il Trattato di Lisbona, sottoscritto nel dicembre 2007 ed entrato in vigore il 1° dicembre 2009, che portò molte innovazioni al settore della politica estera, di sicurezza e difesa dell’Unione europea, estendendone la sfera di operatività e introducendo nuovi istituti e procedure decisionali6.

Nuove crisi e sfide: la nuova strategia di politica estera, di sicurezza e di difesa

Nel 2011, quando la Grande Recessione del 2007-2008 sembrava superata, si aprì una nuova crisi economica dovuta al collasso della Grecia.

Alla già complicata situazione di crisi che l’Unione si trovava ad affrontare, si aggiunse anche nuova crisi in Medio Oriente e Africa che portò alla nascita di nuove minacce più complesse e pericolose, come l’ISIS, ma anche ad un incremento dei flussi migratori.

Questi problemi trovarono nuovamente l’UE impreparata, perché – nonostante le novità del Trattato di Lisbona – la politica estera, di sicurezza e di difesa incontrava ancora molti limiti e, da un punto di vista strategico, il documento in vigore risaliva al 2003 con un’implementazione minima nel 2008 e non era sufficiente a far fronte alle problematiche e minacce a cui l’UE doveva fare fronte.

Nel 2013, viste tutte le difficoltà, si iniziò a parlare di una possibile revisione della politica estera, di sicurezza e di difesa dell’Unione Europea.

Nel 2014, con l’aggiungersi della crisi nell’area balcanica iniziata con l’invasione della Crimea, che colse l’UE ancora una volta impreparata, l’idea di una revisione si fece sempre più concreta.

Il nuovo documento strategico dell’Unione Europea e il rafforzamento della PESC

Nel 2015 il Consiglio europeo diede all’allora Alto rappresentate Federica Mogherini il compito di rivedere il documento strategico d’indirizzo del 2003 e creare un nuovo documento strategico d’indirizzo che aiutasse l’Unione non solo a superare la crisi, ma anche ad affrontare le nuove minacce.

Nel giugno del 2016, subito dopo il referendum nel Regno Unito che decise di uscire dall’UE, per dare anche una spinta e una visione di Unione che nonostante l’uscita del Regno Unito restava coesa e compatta, uscì il 28 giugno del 2016 un nuovo documento strategico7 d’indirizzo, chiamato “A Shared Vision, Common Action: A Stronger Europe” (European Union Global Strategy o EUGS).

Il ruolo della Germania e dell’Italia nella politica estera e di difesa dell’UE

La Germania e l’Italia, a partire dalla fondazione dell’UE, hanno sempre spinto per la creazione di una politica estera, di sicurezza e di difesa comune, rivestendo un ruolo chiave.

Dal 2016, subito dopo l’uscita della EUGS, il senso di insicurezza accresciuto viste anche le minacce internazionali che l’UE si è trovata ad affrontare su più fronti, ha portato all’implementazione, nel 2017, del documento strategico europeo.

La revisione coordinata annuale sulla difesa (Coordinated Annual Review on Defence o CARD), la concretizzazione del Fondo europeo per la difesa e anche della Cooperazione Strutturata Permanente (Permanent Structured Cooperation o PESCO), hanno evidenziato ancora di più il ruolo centrale della Germania nella costruzione della politica estera, di sicurezza e di difesa comune.

Sempre nel 2017, la Germania ha proposto, con l’appoggio della Francia, l’obiettivo di costruire una PESCO inclusiva e ambiziosa. L’Italia, insieme ad altri Stati membri, ha fin da subito accettato la proposta e giocato un ruolo centrale nella costruzione di tale progetto.

La proposta tedesca della Strategic Compass

A novembre 2021, l’Alto rappresentante Josep Borrell ha presentato, su proposta della Germania, la prima bozza dello Strategic Compass8 per la sicurezza e la difesa dell’Unione Europea, durante la riunione del Consiglio Affari Esteri e Difesa.

Il documento è stato recentemente adottato a marzo del 2022 e ha l’obiettivo di fungere da guida per lo sviluppo delle capacità e delle politiche legate alla difesa europea, in linea con la strategia elaborata nel 2016.

La principale novità di questo documento riguarda l’obiettivo di creare, entro il 2025, una forza militare congiunta di 5.000 unità, da dispiegare rapidamente e costituita da componenti terrestri, marittime e aeree. Si tratta della EU Rapid Deployment Capacity, che inizierà già dal 2023 le regolari esercitazioni che, dal 2025, verranno concentrate in un unico quartier generale, il quale gestirà, entro il 2030, tutte le missioni dell’UE.

Altro tema molto importante, che si pone tra gli scopi da perseguire, riguarda la dimensione cyber, settore oggi fortemente legato alla sovranità nazionale degli Stati membri.

Il documento prevede, infatti, che da quest’anno sarà operativa la Joint Cyber Unit, che ha lo scopo di costruire una capacità informatica congiunta. Inoltre, il documento prevede anche di sviluppare una strategia spaziale dell’UE per la sicurezza e la difesa9 e rafforzerà il ruolo della UE quale attore della sicurezza marittima.

Dunque, la proposta tedesca in collaborazione con la Francia della Strategic Compass, seppur ha dovuto affrontare diversi contrasti, derivanti dalle diverse visioni degli Stati membri, rappresenta oggi un ambizioso piano d’azione per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell’UE entro il 2030 e rendere l’Unione Europea un garante forte e capace.

Riflessioni finali

Nell’ultimo decennio, l’Unione Europea ha svolto un ruolo chiave come attore internazionale per la gestione delle crisi, sia a livello regionale che globale grazie al modello sul quale la stessa UE si fonda, che le permette non solo di gestire i conflitti in corso, ma anche di prevenirli.

Sul futuro della politica estera, di sicurezza e di difesa europea permangono, tuttora, numerose incognite di natura economica e politica, in quanto gli Stati membri mancano di una puntuale convergenza tra gli interessi nazionali e quelli comuni. Inoltre, la carenza di una visione strategica condivisa dei Paesi UE e i limiti operativi delle forze militari – dovuti soprattutto alle modeste risorse militari messe a disposizione dagli Stati membri – stanno creando grossi problemi nella definizione di un indirizzo politico univoco per la gestione delle crisi internazionali, come dimostrato dal recente conflitto tra Russia e Ucraina iniziato a fine febbraio del 2022.

Per tali ragioni, è auspicabile che l’Unione Europea riesca a superare queste criticità per divenire così un attore globale credibile e non solo un gigante economico, dando così una nuova spinta al processo di integrazione europea.

1E. Calandri, M. E. Guasconi, R. Ranieri, “Storia politica e economica dell’integrazione europea“, Napoli: Edises (2015).

2Cit.

3Cit.

4https://europa.eu/globalstrategy/en/european-security-strategy-secure-europe-better-world.

5https://ec.europa.eu/info/strategy-documents_it.

6M. L. Miotto, “Quali prospettive per la politica estera di difesa comune europea

7https://eeas.europa.eu/archives/docs/top_stories/pdf/eugs_review_web.pdf.

8https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2022/03/21/a-strategic-compass-for-a-stronger-eu-security-and-defence-in-the-next-decade/.

9A. Conzutti, “La New Space Economy: profili costituzionali dell’integrazione europea in materia spaziale”, DPCE Online 49.4 (2022).

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